Nonostante i tentativi grotteschi da parte del mainstream di relegarlo a teoria complottistica, il Grande Reset (The Great Reset) è un piano preciso insieme all’ Agenda Globale 2030 , ufficiale e ben documentato, sul quale istituzioni internazionali, filantropi, organizzazioni non governative e grandi aziende private collaborano apertamente. Il tema è molto caro al World Economic Forum (WEF), che ha dedicato ad esso il summit del giugno del 2020 e del gennaio 2021. Leggi l’articolo adesso per saperne di più!
Cos’è il Grande Reset e l’Agenda Globale 2030
Il Grande Reset non è l’ennesima teoria del complotto ma un piano dell’Agenda globale 2030
Nonostante i tentativi grotteschi da parte del mainstream di relegarlo a teoria complottistica, il Grande Reset (The Great Reset) è un piano preciso insieme all’Agenda Globale 2030, ufficiale e ben documentato, sul quale istituzioni internazionali, filantropi, organizzazioni non governative e grandi aziende private collaborano apertamente.
Il tema è molto caro al World Economic Forum (WEF), che ha dedicato ad esso il summit del giugno del 2020 e del gennaio 2021, entrambi tenuti da remoto, considerati propedeutici al grande incontro “The Great Reset” da svolgersi ad agosto 2021 a Singapore, poi disdetto causa protrarsi della pandemia.
Ci hanno fatto credere che la linea di frattura o il problema cruciale nella società italiana fosse il green pass, ma la vera partita si gioca sulla ristrutturazione del sistema economico condotta (in gran silenzio) con il Prrn.
Da più parti i media mainstream e i debunkers si sono coalizzati per cercare di liquidare come una bufala e come l’ennesima farneticazione cospirazionista il piano del Grande Reset (leggi articolo). L’idea che si sta cercando di far passare è che in “complottisti” abbiano volutamente distorto la teoria del Great Reset, «sostenendo che essa miri a una “dittatura sanitaria” gestita da Bill Gates e dalla Cina, per imporre la vaccinazione forzata» (leggi articolo) e che più in generale si tratti di deliri riguardanti i “poteri forti” (pensiamo allo sfottò che Huffington Post ha dedicato alla lettera dell’ex nunzio apostolico negli Stati Uniti Carlo Maria Viganò a Trump).
Se da un lato si tenta di ridicolizzare la tematica, dall’altro la si fa passare gradualmente come un’occasione per “trasformare” in senso positivo la nostra società.
Nulla di più falso.
The Great Reset non è l’ennesima teoria del complotto, ma si tratta di un piano dell’agenda globale che è stato messo nero su bianco dai suoi fautori, a partire dal fondatore del World Economic Forum (WEF), l’ingegnere ed economista tedesco Klaus Schwab che durante una riunione virtuale che si è tenuta il 3 Giugno 2020, ha invitato i leader mondiali ad abbracciare la nuova teoria del “Grande Reset”.
[blockquote name="Klaus Schwab"]«È arrivato il momento di un “Grande Reset” del capitalismo. La pandemia – ha detto Schwab – ci ha mostrato quanto rapidamente possiamo effettuare cambiamenti radicali nel nostro stile di vita… e rappresenta una rara quanto stretta finestra di opportunità per riflettere, ripensare e riorganizzare il nostro mondo».[/blockquote]
Tra coloro che sono intervenuti all’evento o che hanno espresso in seguito il loro sostegno al piano, si contano funzionari del mondo dell’economia e della finanza, rappresentanti del FMI (Fondo Monetario Internazionale), della Banca mondiale, degli Stati anglosassoni (USA e Regno Unito), CEO e presidenti di grandi aziende come BP, MasterCard e Microsoft.
Cover del numero del Time dedicato al Grande Reset.
Persino il «Time» ha dedicato al Gran Reset un numero speciale, uscito nelle edicole internazionali giovedì 22 ottobre, in cui la domanda a cui si cerca di rispondere è: “Come sarà il futuro?”. All’interno troviamo un contributo dello stesso Schwab che offre un’anticipazione del suo prossimo libro Stakeholder Capitalism in uscita il prossimo gennaio, dopo Covid-19: The Great Reset (scritto insieme al direttore del Global Risk Network dello stesso WEF, Thierry Malleret), La quarta rivoluzione industriale (pubblicato in Italia per Franco Angeli con la prefazione di John Elkann) e The Aftermath of the COVID-19 Pandemic.
Schwab parte dall’idea di poter pensare una nuova forma di capitalismo più sostenibile e più solidale, aperto alla digitalizzazione e anche al “green”. Messa così sembra una visione intrigante, ideale, persino utopistica. Se leggiamo però le opere dello stesso Schwab ci accorgiamo, in estrema sintesi, che il Gran Reset è la promozione di un’Agenda globale volta a scardinare e ristrutturare l’economia mondiale secondo linee specifiche, perché il crollo dell’economia industriale si pone come trampolino di lancio – in linea con il Capitalismo dei Disastri viene definita come un’opportunità – per ben altri obiettivi che coinvolgeranno l’intera società.
Su questo Schwab è molto chiaro nel descrivere nel suo La quarta rivoluzione industriale, uno stravolgimento globale della nostra società in una direzione post-umana che «combina diverse tecnologie, dando luogo a cambi di paradigma senza precedenti» in quanto il suo ambito di applicazione «include anche lo sviluppo simultaneo di tantissime innovazioni nei settori più disparati, dal sequenziamento del DNA alla nanotecnologia, dalle energie rinnovabili all’informatica quantistica».
L’Agenda del Grande Reset è composta da diversi punti cruciali che vengono analizzati nel dettaglio dallo stesso Schwab nelle sue opere e che possiamo riassumere in: globalizzazione, decarbonizzazione, digitalizzazione (grazie all’implementazione di reti 5G e 6G), Intelligenza Artificiale e automazione (e conseguente “sostituzione del lavoro umano” con il disboscamento di milioni di posti di lavoro), moneta digitale, Internet delle cose, identità digitale e biometrica per tutti, robotica avanzata, sharing economy, capitalismo della sorveglianza e in definitiva, il transumanesimo con potenziamento umano, ibridazione uomo-macchina, biologia di sintesi, editing genomico, xenotrapianti e molto altro ancora.
Schwab parte dall’idea di poter pensare una nuova forma di capitalismo più sostenibile e più solidale, aperto alla digitalizzazione e anche al “green”. Messa così sembra una visione intrigante, ideale, persino utopistica. Se leggiamo però le opere dello stesso Schwab ci accorgiamo, in estrema sintesi, che il Gran Reset è la promozione di un’Agenda globale volta a scardinare e ristrutturare l’economia mondiale secondo linee specifiche, molto simili a quelle sostenute dall’IPCC (Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico), da Greta Thunberg e da personaggi quali Al Gore o Larry Fink della Blackwater.
Non si tratta, però, come molti economisti pensano, “solo” di un reset dell’economia mondiale, perché il crollo dell’economia industriale si pone come trampolino di lancio – un’opportunità appunto – per ben altri obiettivi che coinvolgeranno l’intera società.
Su questo Schwab è molto chiaro nel descrivere nel suo La quarta rivoluzione industriale, uno stravolgimento globale della nostra società in una direzione post-umana che «combina diverse tecnologie, dando luogo a cambi di paradigma senza precedenti» in quanto il suo ambito di applicazione «include anche lo sviluppo simultaneo di tantissime innovazioni nei settori più disparati, dal sequenziamento del DNA alla nanotecnologia, dalle energie rinnovabili all’informatica quantistica».
L’Agenda del Grande Reset è composta da diversi punti cruciali che vengono analizzati nel dettaglio dallo stesso Schwab nelle sue opere e che possiamo riassumere in: globalizzazione, decarbonizzazione, digitalizzazione (grazie all’implementazione di reti 5G e 6G), Intelligenza Artificiale e automazione (e conseguente “sostituzione del lavoro umano”), moneta digitale, Internet delle cose, identità digitale e biometrica per tutti, robotica avanzata, sharing economy, capitalismo della sorveglianza e in definitiva, il transumanesimo con potenziamento umano, ibridazione uomo-macchina, biologia di sintesi, editing genomico, xenotrapianti e molto altro ancora («[…] assisteremo alla creazione di bambini i cui geni sono stati progettati e che posseggono tratti particolari o sono immuni da particolari malattie»).
L’idea di fondo è massimizzare l’efficienza produttiva e di consumo grazie alla digitalizzazione, la cosiddetta “platform revolution” (“effetto piattaforma” con la concentrazione di poche ma potenti reti che dominano il mercato), la robotica, all’Intelligenza Artificiale e all’uso integrato dei Big Data, in modo da controllare, monitorare e ottimizzare non solo il ciclo produttivo ma ogni aspetto della nostra vita.
In linea con il cosiddetto “capitalismo dei disastri” che si ispira alle teorie economiche di Milton Friedman e che sfrutta momenti di crisi e shock globali come opportunità per imporre le proprie “ricette economiche”, per il gruppo di Davos l’emergenza sanitaria è vista come un’occasione, per spingere l’acceleratore della globalizzazione e avviare un processo di modernizzazione in apparenza “green” capace di ridurre il proprio impatto ecologico attraverso una digitalizzazione sia della catena produttiva sia di quella per la distribuzione di beni e servizi.
Tale processo, in realtà, al di là dei proclami buonisti e solo in apparenza utopistici, prevede la perdita di milioni di posti di lavoro. Non a caso nel report aggiornato della banca UBS, durante il lockdown molti miliardari sono riusciti a incrementare di oltre un quarto il valore del loro patrimonio. Basti pensare a Jeff Bezos che da marzo ha visto crescere gli ordini su Amazon portando a un incremento del suo patrimonio di 76 miliardi. E grazie all’effetto piattaforma, l’“amazonizzazione” della società è uno dei punti chiave del Grande Reset.
Dietro la maschera dell’utopia e dell’ecologismo, ci troviamo dinanzi all’ennesima distopia elitaria portata avanti dai rappresentanti della tecnocrazia: questa teoria prevede una sostanziale erosione dei redditi della classe media per consentire sia la riduzione di consumi ed emissioni, sia un’uguaglianza di reddito che si traduce in un livellamento verso il basso, con conseguente trasferimento del reddito sottratto alla classe media verso il vertice della piramide. La divaricazione nella ridistribuzione dei redditi è talmente evidente che il piano prevede anche un reddito di sussistenza erogato dallo Stato a quei lavoratori che saranno lasciati indietro dalla rivoluzione tecnologica.
Non è esagerato affermare che, complice la pandemia, si sta realizzando il sogno delle élite mondialiste: dividere la società in due livelli, da una parte il potere economico detenuto da una ristretta cerchia tecno-finanziaria di super ricchi, dall’altra la “massa” indistinta di individui sempre più poveri, soli, senza legami, diritti e senza radici, facili quindi da sfruttare e controllare per il governo globale sempre più post-umano che si sta costruendo.
Valutalo, dopo averlo letto, alla fine dell’articolo.
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