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Sanitari reintegrati: 1 Novembre – Stop anticipato all’obbligo vaccinale per operatori sanitari, ma purtroppo si attuano ancora discriminazioni immotivate

sanitari reintegrati discriminazioni
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Sanitari reintegrati: Non più il 31 Dicembre, ma già dal 1° Novembre è cessato l’obbligo di vaccinazione anti Sars-CoV-2 per gli operatori sanitari definiti ancora una volta dai mass media “no vax” (per continuare la campagna di odio finanziata dai potenti). È quanto prevede il decreto approvato dal Governo, che va a modificare quanto normato dal decreto legge n. 44 del 2021. Ma le discriminazioni immotivate continuano purtroppo (che non hanno nulla a che vedere con la scienza)! Leggi l’articolo adesso per saperne di più!

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Sanitari reintegrati: Stop anticipato all’obbligo vaccinale per operatori sanitari, ma purtroppo si attuano ancora discriminazioni immotivate

Non più il 31 Dicembre, ma già dal 1° novembre è cessato l’obbligo di vaccinazione anti Sars-CoV-2 per gli operatori sanitari. È quanto prevede il decreto approvato dal Governo, che va a modificare quanto normato dal decreto legge n. 44 del 2021.

Il decreto approvato a Palazzo Chigi prevede lo stop anticipato all’obbligo vaccinale contro il Covid per gli operatori sanitari. Tutti gli operatori che hanno deciso di non vaccinarsi contro il Sars-Cov-2 non dovranno più attendere il 31 Dicembre per poter essere reintegrati al lavoro: il Governo decide di anticipare questa scadenza al 1° Novembre per far così fronte al problema della carenza di personale sanitario.

Il testo in oggetto va a modificare quanto disciplinato dal decreto legge n. 44 del 2021 che prevedeva un obbligo vaccinale per gli esercenti le professioni sanitarie e gli operatori di interesse sanitario che svolgono la loro attività nelle strutture sanitarie, sociosanitarie e socio-assistenziali, pubbliche e private, nelle farmacie, nelle parafarmacie e negli studi professionali, al fine di tutelare la salute pubblica e mantenere adeguate condizioni di sicurezza nell’erogazione delle prestazioni di cura e assistenza.

Il Governo Meloni marca subito un forte cambio di passo rispetto al passato e nei confronti delle politiche di Roberto Speranza (che nel settembre 2021, in rapporto al vaccino anti Covid per gli operatori sanitari aveva parlato, mediante una circolare del Ministero della Salute, di requisito imprescindibile per svolgere l’attività professionale e che la vaccinazione è necessaria per le nuove iscrizioni all’albo, e deve permanere nel tempo, in ogni fase).

giorgia meloni presidente fratelli d'italia

E mentre il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, annunciando la nuova ordinanza con la quale si conferma l’obbliga di indossare le mascherine nelle strutture sanitarie, auspica che il governo decida anche “l’obbligatorietà delle vaccinazioni per il personale medico e infermieristico”. “Sarebbe inaccettabile – dice il governatore – costringere pazienti magari allettati a farsi curare da personale non vaccinato. Sarebbe, questa sì, una forma di violenza verso i più fragili”, il presidente dell’Ordine degli infermieri di Taranto, Pierpaolo Volpe, si dice pronto a revocare i provvedimenti di sospensione a carico del personale sanitario non vaccinato contro il Covid.

“Attenderò la pubblicazione della legge e immediatamente procederò alla revoca dei provvedimenti di sospensione”, dichiara Volpe, evidenziando che “sotto l’aspetto prettamente tecnico posso pacificamente affermare che finalmente qualcosa si muove”. Volpe accusa di “immobilismo” il ministero della Salute che in “materia di obbligo vaccinale ha creato e sta creando non pochi problemi agli ordini professionali e ai professionisti sanitari guariti dall’infezione da coronavirus”, perché “in questi mesi ha completamente abbandonato le federazioni nazionali e gli ordini territoriali dopo averli investiti di un compito gravoso, esponendoli a ricorsi per il solo fatto di aver adempiuto a un obbligo di legge e alle disposizioni degli uffici ministeriali.”

“Nel mese di giugno scorso tutte le federazioni nazionali degli ordini delle professioni sanitarie hanno richiesto formalmente al ministero di emanare una circolare aggiornata che rispetti i requisiti di legge, purtroppo non ricevendo alcun riscontro – ricorda -. Finalmente il nuovo ministro ha iniziato a tracciare una linea chiara per far uscire gli Ordini e i sanitari dalla contraddizione in cui stanno vivendo.”

L’obbligo vaccinale fino a dicembre è un inaccettabile accanimento sui sanitari!

Il prolungamento dell’obbligo vaccinale per il solo personale sanitario a fine 2022 non aveva alcuna giustificazione logica né, tantomeno, scientifica ed epidemiologica, ma era un vero e proprio accanimento su una categoria di lavoratrici e lavoratori che, già all’alba dell’introduzione dell’obbligo per legge, ad Aprile 2021, aveva spontaneamente aderito alla campagna vaccinale con percentuali che superavano il 90%.

Era privo di logica, sia alla luce della completa dismissione di ogni misura cautelare nei confronti del virus, decretata ieri dal governo, sia perché è destinata a non produrre alcun effetto nell’indurre alla vaccinazione chi, ad oggi, ha scelto di non vaccinarsi incorrendo nella sospensione dal lavoro senza stipendio.

Ma, soprattutto, non ha ragioni scientifiche e basi epidemiologiche su cui poggiare. Il personale sanitario non è solo vaccinato in misura percentualmente maggiore al resto della popolazione, ma è quello più contagiato in assoluto (basti vedere il numero di infortuni per Covid!), spesso con reinfezioni a distanza di pochi mesi nonostante il completamento del ciclo vaccinale.

Una categoria super immunizzata, per quanto possibile. D’altra parte sappiamo ormai tutti che il vaccino non ferma i contagi ma “dovrebbe prevenire solo la forma grave di malattia” (e forse neanche questo alla luce dei fatti fino ad oggi) e ciò significa che da solo non basta, e che è contemporaneamente necessaria l’applicazione di rigide norme di sicurezza individuali e ambientali per impedire che il personale sanitario non diventi veicolo di contagio per i pazienti e, soprattutto, viceversa.

discriminazione e mobbing sanitari non vaccinati reintegrati

Abbiamo sempre contrastato con fermezza tutte le misure coercitive di natura non sanitaria messe in atto da questo governo, come il Green Pass, che hanno ampiamente dimostrato di non aver avuto nessuna influenza nel blocco della catena di trasmissione del virus, ma di aver invece unicamente pesato oltre modo sulle tasche dei lavoratori e delle lavoratrici.

Siamo perciò indignati che oggi il vaccino venga utilizzato nella stessa scriteriata modalità.

Questo atteggiamento persecutorio non alzerà la percentuale di vaccinati del settore, anche in coloro i quali non era presente aumentarà l’avversione al vaccino stesso, con ricadute future in termini di credibilità e difesa della salute pubblica.

Il problema del contrasto alle infezioni ospedaliere, nel quale rientrano anche le vaccinazioni del personale, è un tema serissimo e di enorme attualità che né il Ministero della Salute né i governi hanno mai preso in considerazione e di cui si pagano annualmente pesantissime conseguenze sanitarie ed economiche, ma le cui cause vanno principalmente ricercate nella politica degli appalti ed esternalizzazioni dei servizi e non nella mancata vaccinazione del personale sanitario che rimane un semplice anello della catena.

L’Istituto Superiore di Sanità stima che nel 2050 saranno 10 milioni l’anno i morti in Europa da infezioni ospedaliere in assenza di interventi efficaci;

16 milioni di giornate annue di degenza aggiuntive per un costo approssimativo di 7 miliardi di euro.

Eppure, nonostante le numerose denunce, nessun ripensamento è intervenuto – anzi gli appalti vengono fatti sempre più al ribasso – e, anche durante le punte più alte dell’emergenza, la sanificazione e la disinfezione degli ambienti (responsabili di circa il 20% delle infezioni intra ospedaliere) è rimasta affidata a ditte esterne senza alcun principio da seguire se non quello del profitto e senza alcun controllo sull’efficacia degli interventi.

Senza contare la scarsità di DPI adeguati, l’enorme carenza di personale, l’assenza di formazione e, su tutti, l’assenza di un piano pandemico e la risposta in ordine sparso delle Regioni.

La risposta ad una pandemia necessita di una strategia complessiva, se di questa non c’è mai stata traccia, se si rimuovono per decreto tutte le tutele in nome della “ripresa economica” e rimane solo l’obbligo vaccinale per un’unica categoria di lavoratori e lavoratrici non siamo più nel campo della tutela della salute pubblica, ma in quello delle scelte politiche da contrastare.

Covid-19, dal 1° Novembre via al reintegro dei sanitari definiti dai mass media ancora una volta “no vax”

La decisione del Governo Meloni di eliminare l’obbligo di vaccinazione contro il Covid per il personale sanitario non è stata ben digerita da diverse persone.

Ronzulli delusa per il mancato minstero

Tra queste Licia Ronzulli, che evidentemente ambiva al posto poi assunto da Orazio Schillaci, e ha dovuto ripiegare su una più modesta carica di capogruppo di Forza Italia al Senato. Il rancore per questa esclusione ha portato la senatrice ad alcune esternazioni sopra le righe. “La mia mancata nomina al Governo è dovuta al fatto che qualcuno ha deciso consultando i trend topic. Mi è stato detto che la rete (la minoranza No Vax) si è scatenata”.

Le voci che davano possibile la candidatura di Licia Ronzulli alla Sanità ha infatti scatenato la rabbia di chi negli ultimi mesi ha subito le angherie verbali della stessa. Chi semina vento raccoglie tempesta, si diceva.

E sulla decisione di reintegrare i medici non vaccinati la senatrice riaccende la polemica: “Forse si sarebbe potuta attendere la scadenza naturale della misura, il 31 dicembre, così da evitare che la maggioranza silenziosa di chi, onorando il camice, si è responsabilmente vaccinato si sentisse sconfitto dalla minoranza chiassosa dei No vax. Ma se lo chiede a me, chi è No vax e quindi va contro la medicina e la scienza non dovrebbe operare in campo sanitario”.

Dichiarazione che conferma come Licia Ronzulli alla Sanità avrebbe significato la continuazione delle medesime politiche adottato dal Ministro Speranza, se non più drastiche.

Il vaccino dava il via libera ad un premio?

In ogni caso la reazione scomposta della senatrice dimostra come un parte della popolazione italiana abbia aderito alla campagna vaccinale più per avere la crocchetta di riconoscimento del cittadino obbediente, piuttosto che per reale fiducia nell’efficacia di questi prodotti.

Tra coloro che sembrano essere ora accecati dall’invidia verso chi non si è sottoposto alle ripetute inoculazioni c’è l’Anaao Assomed, il sindacato dei medici ospedalieri maggiormente rappresentativo in Italia. In particolare il segretario nazionale, Pierino Di Silverio, si è scagliato contro l’ultimo decreto del Governo: “Questo provvedimento ci lascia perplessi soprattutto per il ‘deficit comunicativo’ da parte del governo: fino a ieri i no vax, come da tutti convenuto, non dovevano assolutamente essere presenti in ospedale, mentre da oggi in poi tutto torna alla precedente normalità”.

Le dichiarazioni di Di Silverio sono la rappresentazione plastica della mentalità di chi ha aderito acriticamente alle direttive del precedente Ministero: noi abbiamo obbedito agli ordini, abbiamo escluso dal lavoro i dissidenti e ora vogliamo un premio di riconoscimento.

Nel più classico stile fantozziano, il sindacato dei medici dopo accolto senza battere ciglio le scelte più insensate, cova invidia e rancore verso chi, negli ultimi mesi, ha perso tutto, lavoro, stipendio e dignità. “Il minimo è che questi medici e sanitari non vaccinati reintegrati non vengano assegnati a reparti ad alto rischio”, aggiunge ancora Di Silverio.

Ricordiamo, ancora una volta e fino alla nausea, che il personale sanitario vaccinato, anche con quattro dosi, può infettare gli altri, rendendo le dichiarazioni di Di Silverio prive di qualsiasi valore scientifico.

Partita la macchina del fango sui sanitari non vaccinati rientrati al lavoro: chi gli si scaglia contro

“É partita la levata di scudi contro il reintegro dei medici non vaccinati. Una campagna d’odio che resiste solo qui in Italia.”

“L’armata degli odiatori e dei nemici della libertà sta affilando i coltelli, pronta a scatenare l’inferno pur di far tornare lo status quo precedente”, scrive in un lungo post su Telegram il dott. Stefano Manera. “A meno che non si compia un risveglio profondo e definitivo delle coscienze, ho ben pochi dubbi su come andrà a finire, del resto abbiamo visto benissimo che dignità, diritti, libertà e autodeterminazione per costoro sono semplicemente parole con cui riempirsi la bocca, per muovere a loro piacimento masse inerti e utilizzabili persino per mercanteggiare il nostro bene più prezioso: la salute”.

rischio quindi scelta

Vediamo assieme alcune delle dichiarazioni di questi giorni contro il reintegro dei non vaccinati.

Prof. PierLuigi Viale, direttore del Dipartimento di Malattie Infettive del Sant’Orsola a Bologna: “Riammettere tout court i medici non vaccinati ha un pò il sapore di uno schiaffo alla scienza, ma anche all’educazione civica. Non si tratta certo di un provvedimento che serva a rimpinguare le gravissime carenze di personale che stiamo sopportando” su Repubblica.

Nino Cartabellotta, della Fondazione Gimbe, che collabora anche con alcune delle case farmaceutiche produttrici dei vaccini contro il Covid: “Le sanatorie no vax sono un’amnistia anti-scientifica e diseducativa. Al di là di una scelta individuale incompatibile con l’esercizio di una professione sanitaria, si tratta di persone che hanno spesso seminato disinformazione pubblica sui vaccini, elevandosi a ‘paladini’ del popolo no-vax, a volte con evidenti obiettivi di affermazione politica individuale. L’obbligo delle mascherine in ospedali e Rsa non va abolito, ma reso permanente”. Pubblicato dall’Ansa.

Alfio Amato Docente di Neurosonologia Università degli Studi di Bologna e Segretario Nazionale SINSEC: “Penso sia offensivo nei confronti sia dei Pazienti, che questi colleghi si sono rifiutati di far vaccinare, sia nei confronti di tutti gli altri Medici che hanno lavorato in condizioni drammatiche e che tuttora seguono un numero rilevante di soggetti positivi al Covid. Inoltre l’immagine e la percezione generale è da subito cambiata. Il medico novax diventa quasi un rappresentante di scelte “scientifiche” corrette, per cui si ribalta l’immagine seria di tutti i ricercatori, medici, epidemiologi, virologi, infermieri, assistenti di territorio e tutti coloro che hanno permesso a tante persone di sopravvivere al Covid”. Fonte DottNet.

Pierino di Silverio segretario nazionale Anaao Assomed, sindacato dei medici ospedalieri “Non assegnare i medici e sanitari non vaccinati contro Covid-19, e reintegrati negli ospedali, ai reparti con pazienti fragili maggiormente a rischio”. Fonte Ansa.

“Il violento scontro ideologico ha avuto come risultato, come abbiamo visto, una crescita della radicalità delle posizioni, un’assoluta mancanza di dialogo e un incremento delle tensioni sociali, il tutto funzionale per permettere e legittimare forme di repressione in nome della presunta necessità di mantenere ordine e coesione sociale”, continua Stefano Manera su Telegram.

Il loro progetto di discriminazione prosegue senza sosta perché a loro non importa nulla della scientificità dietro le scelte del governo, infatti non si oppongono al reintegro dei medici sospesi perché costituiscono un pericolo per l’incolumità dei pazienti o perché negano studi supportati da evidenze scientifiche, ma perché essi si oppongono al disegno sovranazionale attuale e dominante neoliberista, che pone sopra a tutto gli interessi dei mercati imposti tramite dogmi fideistici e questo per loro è assolutamente inaccettabile.

E insistono, nonostante l’evidente fallimento di tutto ciò che hanno difeso in questi due vergognosi anni.

Non tacciono e anzi sbraitano più di prima, colmi di osceno risentimento verso chi ha fatto scelte diverse e, sfortunatamente per loro, è ancora vivo e vegeto.

Il drammatico paradosso è constatare che per loro curare e guarire le persone sono diventati atti ciarlatani da combattere, così come il ragionamento e il dubbio (da sempre humus del pensiero) sono diventate attitudini pericolose, da vietare e punire.

Questa classe di individui non è più definibile “intellettuale” (classe ormai davvero rara e in via di estinzione) e potrebbe essere benissimo etichettata, dopo questa drammatica deriva di cervelli, con la più giusta definizione di “ciarpame prezzolato”.

Badate bene, oggi non abbiamo vinto nessuna guerra.

“Accogliamo il reintegro con gioia, ma anche con grande attenzione”.

Il mobbing ai sanitari non vaccinati danneggia i pazienti, fa del male a noi, ai nostri cari

Sono molte le denunce alla stampa di sanitari non vaccinati reintegrati, che vengono lasciati in un angolo, non gli è permesso di lavorare, o vengono corretti ad indossate camici certi lunghi fino ai piedi oltre a mascherina e in alcuni casi visiera. Insomma li paghiamo, ma non sono in condizioni di lavorare in troppi, troppi, casi, in altri sono marchiati da quelle che vengono definite misure di sicurezza e che servono, probabilmente, nei fatti per distinguerli da chi si è sottoposto alla vaccinazione anti-Covid per tre volte.

mobbing sanitari no vax reintegrati discriminazione

Sono vestiti diversamente da tutti gli altri.

Vogliamo ricordare che chi ha fatte solo due di dosi… e poi ha preso pure il Covid, è equiparato a chi non ha fatto nessuna dose.

Per sanitari per legge l’immunità da malattia vale tre mesi. Chi l’ha deciso contro ogni evidenza scientifica?

I politici e da questo girone infernale non se ne esce ancora.

Medici, infermieri, Oss, preparati lasciati in un angolo.

E pazienti?

Cioè noi, i nostri cari, la nonna che è caduta, la mamma che si è sentita male, un amico ricoverato per un intervento, il papà con un dolore al petto… in troppi casi aspettano.

Ed è una attesa che può fare molto male.

Tutti sappiamo che i soccorsi devono essere tempestivi. Inoltre chi non ha parenti con il green pass rafforzato (terza dose) viene lasciato solo ad aspettare al pronto soccorso, dove senza super green pass per accompagnare una persona non si entra.

Malato, in difficoltà e solo.

Con la pandemia hanno ucciso il buon senso e l’umanità.

Cose prima date per scontate, adesso sono conquiste quasi impossibili.

Ci scontra contro il muro di gomma di una burocrazia ottusa.

La legge dice questo.

E l’umanità dove è finita?

Hanno paura che gli si faccia causa perché non rispettano i protocolli? Ma siamo davvero sicuri, che proprio perché rispettano i protocolli, non si stiamo attirando delle cause?

Se pensiamo a tre anni fa chi di noi, fatevi un esame di coscienza sincero, non mentite, chi di noi avrebbe mai accettato di lasciare morire una mamma, un papà, dei nonni, un fratello, un amico, da solo in ospedale?

Quando si avvicinava il momento si chiamavano i parenti perché potessero salutare il proprio caro, per un ultimo commiato un ultimo abbraccio, vero, non virtuale.

Si stava lì da parte al letto a tenergli la mano. Adesso per molti questo semplice gesto di umanità è vietato.

Ancora gli hospice, dove la gente va a passare con dignità, liberi finalmente dal dolore grazie ai farmaci, gli ultimi giorni di vita, le Rsa, anche qui sono ricoverate persone che non stanno bene, gli ospedali, i pronti soccorso, tutto vietato per i non vaccinati senza green pass rafforzato e al danno se ne aggiunge un altro: i sanitari che potrebbero aiutare chi sta male sono lasciati in disparte perché non vaccinati.

Se è vero che anche una sola persona può fare la differenza, qui stiamo parlando di migliaia di professionisti.

Come è possibile sacrificare sull’altare degli interessi la vita e il benessere delle persone, non di sconosciuti ma dei nostri cari?

A chi fa mobbing alle persone non vaccinate vorremmo chiedere questo!!!

La Toscana isola di nuovo i sanitari non vaccinati, senza alcuna ragione scientifica

Nonostante non esista alcun fondamento scientifico a sostegno della decisione, la Regione Toscana ha scelto di continuare a discriminare gli operatori sanitari non vaccinati contro il Covid-19, ora reintegrati per effetto delle scelte del Governo nazionale, tenendoli preventivamente lontani dai pazienti fragili. Ad affermarlo, una circolare inviata dalla direzione dell’assessorato alla sanità ai direttori generali delle aziende ed enti del servizio sanitario regionale, dopo il confronto dell’8 ottobre tra i servizi di prevenzione e protezione aziendali, i rappresentanti dei medici competenti e le direzioni sanitarie.

In particolare, la circolare sottolinea di evitare che i sanitari riammessi al lavoro siano collocati in reparti in cui vi siano pazienti prevalentemente affetti da patologie che riducano in maniera significativa le difese immunitarie (trapiantati di organo solido o di midollo, malattie oncoematologiche o malattie in trattamento immunosoppressivo).

Va ricordato, tuttavia, che di fatto non esiste alcun fondamento scientifico a sostegno della decisione presa dalla Regione Toscana. È stata la stessa Pfizer Inc., infatti, ad ammettere che non è mai stata studiata l’efficacia del vaccino nel bloccare i contagi. Inoltre, i dati scientifici pubblicati sino ad ora, non giustificano l’allontanamento dei sanitari non vaccinati dai pazienti fragili. Nessuna prova porta a pensare che una misura di questo tipo sia efficace a livello sanitario. Tutt’al più il funzionamento di tale decisione può risiedere nella volontà di suddividere i sanitari in due tipologie: la classe A, riservata ai vaccinati, e la classe B, quella di coloro che non si sono vaccinati; proseguendo così, quel logoramento psicologico – di isolamento e discriminazione – che ha caratterizzato le vite di questi ultimi durante gli anni appena trascorsi.

Basti pensare che nell’ultimo aggiornamento (2 novembre 2022) del bollettino di sorveglianza dell’Istituto Superiore di Sanità, la tabella 5 a pagina 26 – riguardante il tasso di incidenza di diagnosi di infezione, di ospedalizzazione, di ricovero in terapia intensiva e di decesso da SARS-CoV-2 per 100.000 persone suddivise per stato vaccinale e fascia di età – riporta come nel periodo tra il 30 settembre e il 30 ottobre 2022, il tasso di diagnosi tra i non vaccinati è di 1911,9 persone ogni 100.000 abitanti, mentre tra i vaccinati con ciclo completo più dose booster è di 2.030,6.

Inoltre, nella parte successiva della stessa tabella, viene riportato che il rischio relativo di contagio dei non vaccinati rispetto ai vaccinati con ciclo completo più dose booster è di 0.9, per cui negativo. In poche parole, per ogni contagiato completamente vaccinato ce ne sono stati 0.9 non vaccinati (meno di 1).

Dagli ultimi dati, quindi, non c’è nessuna evidenza scientifica che possa andare a giustificare la decisione della Regione Toscana.

Anzi, l’anomalia starebbe proprio tra i vaccinati a ciclo completo più dose booster che, negli ultimi mesi, hanno registrato più positivi rispetto ai non vaccinati.

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