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La procura UE indaga su Von Der Leyen per la frode da 71 mld sui vaccini

von der leyen indagata frode vaccini
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Tempo di lettura: 12 minuti

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Finalmente la procura europea si muove per accertare la consumazione di eventuali frodi dietro l’acquisto a prezzo abnorme di vaccini voluti da Ursula Von der Leyen. Parla Rob Roos, l’eurodeputato che ha smascherato la Pfizer sui mancati test per la trasmissibilità del virus: «I pm ipotizzano pure
corruzione e riciclaggio. Oltre 30 miliardi di euro pubblici su cui non si sa nulla. Tutto il mondo è stato ingannato, gli italiani di più». Leggi l’articolo adesso per saperne di più!

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La procura UE indaga su Von Der Leyen per la frode sui vaccini

LA MISTERIOSA TRATTATIVA TRA URSULA VON DER LEYEN E BOURLA

UE indaga su Ursula Von Der Leyen per frode sui vaccini Covid: Parla Rob Roos, l’eurodeputato che ha smascherato la Pfizer sui mancati test per la trasmissibilità del virus: «I pm ipotizzano pure corruzione e riciclaggio. Oltre 30 miliardi di euro pubblici su cui non si sa nulla. Tutto il mondo è stato ingannato, gli italiani di più».

Robert Roos, l’eurodeputato olandese che ha smascherato Pfizer sui mancati test per la trasmissibilità del Covid, racconta alla Verità l’inchiesta in corso sui vaccini da parte della Procura europea: «Ipotizzano reati di frode, corruzione e riciclaggio di denaro. Sta succedendo qualcosa di grave: del resto la mancanza di trasparenza di Ursula von der Leyen è intollerabile: parliamo di oltre 30 miliardi di euro.

indagata von der leyen frode sui vaccini

Soldi pubblici: L’Italia ha pagato il prezzo più alto per le bugie raccontate su questi sieri ».

L’eurodeputato che ha smascherato Pfizer: «Ipotizzano reati di frode, corruzione e riciclaggio di denaro.

Se fanno queste mosse sta succedendo qualcosa di grave. Intanto i prezzi dei sieri salgono ancora: perché?»

Mancanza di trasparenza: è il tema ricorrente delle audizioni di diversi europarlamentari nei confronti della Commissione europea su tutto ciò che riguarda l’affare vaccini.

Perché ormai è evidente che il presidente Ursula von der Leyen abbia scelto la strada del silenzio, ritenendo più conveniente alzare un muro di omertà sullo spinoso tema dei contratti di acquisto, dei prezzi, ma soprattutto sulla negoziazione del più grande contratto mai realizzato nella storia dell’Unione Europea.

La baronessa è finita così nell’occhio del ciclone non riuscendo più a nascondere la polvere sotto il tappeto. Alla lunga i continui «no» possono sembrare sospetti e far accendere quei riflettori che evidentemente von der Leyen sperava di tenere spenti per molto tempo.

Si è innescata così una reazione a catena che, dopo il rifiuto opposto alla richiesta di chiarimenti fatta dai magistrati della Corte dei conti, ha reso necessaria l’apertura di una indagine della Procura europea.

ursula von der leyen ue albert bourla pfizer biontech

Tutto questo anche grazie ai continui dubbi sollevati da alcuni parlamentari, tra cui c’è Rob Roos, che si sta battendo in prima linea per avere chiarezza.

Eurodeputato dal 2019, vicepresidente del gruppo dei Conservatori e riformisti europei, da tempo Roos cerca di far venire a galla la verità, ponendo domande alla Commissione cercando, appunto, trasparenza.

Deputato Roos, perché c’è tutta questa segretezza sui contratti di acquisto dei vaccini?

«Il vero problema riguarda il principale contratto, il più grande mai stipulato. L’Unione Europea ha acquistato 1,8 miliardi di dosi dalla Pfizer-Biontech e noi non sappiamo neanche quanto abbia speso realmente e sono tutti soldi pubblici.

Io ho stimato che la cifra dovrebbe aggirarsi intorno ai 31 miliardi di euro, una somma pazzesca. Ma la cosa peggiore è che a quanto pare Ursula von der Leyen abbia negoziato in proprio con il vertice di Pfizer, Albert Bourla, tramite degli sms. E in tutto questo il team negoziale in cui c’erano i rappresentanti di ogni Stato membro non è stato coinvolto».

La Corte dei conti europea ha chiesto spiegazioni riguardo questa trattativa privata.

«Esattamente, peccato che non c’è mai stata risposta da parte della Commissione europea, che anzi ha opposto il secco rifiuto di fornire il testo di quei messaggi.

Sa cosa dimostra?

Non solo che c’è un serio problema di trasparenza, ma anche che c’è un atteggiamento di profonda arroganza nei confronti dei contribuenti. Si tratta di soldi dei cittadini europei e io sono stato eletto per monitorare il comportamento della Commissione, quindi mi batterò affinché la verità venga alla luce».

Ci sono stati degli sviluppi riguardo l’indagine?

«Adesso ha iniziato a indagare anche il Pubblico ministero europeo e noi sappiamo che esamina solo casi in cui ci sono sospetti di frode, corruzione o riciclaggio di denaro, quindi se si è mossa la Procura europea, evidentemente sta accadendo qualcosa di grave.

Anche perché l’unico modo per comprendere il motivo per cui la Commissione continua a rifiutarsi di fornire qualsiasi informazione al riguardo è che siano successe cose non chiare e per questo il silenzio diventa una scelta obbligata»

Soprattutto per quanto riguarda lo scambio di messaggi tra Ursula von der Leyen e Albert Bourla.

«Si è creata una situazione davvero assurda, il Difensore civico europeo ha definito il comportamento del presidente della Commissione come un caso di mala amministrazione, che è un’accusa molto seria.

Io stesso ho presentato alla Commissione delle domande scritte urgenti per chiedere trasparenza riguardo al contenuto di questi messaggi, che dovrebbero essere divulgati e non tenuti segreti. È una cosa così semplice mostrare dei messaggi, ma fino a oggi si rifiutano di farlo».

Cosa ne pensa di questo atteggiamento?

«È l’esempio evidente di uno stile di governo simile a quello di un monarca che non può essere ritenuto responsabile e quindi non deve preoccuparsi neanche dell’opinione pubblica.

Purtroppo è così che sta funzionando nell’Unione Europea. Ursula von der Leyen si sta comportando esattamente in questo modo. E tutto questo avviene perché il leader della Commissione europea non è scelto dai cittadini».

Anche riguardo il prezzo dei vaccini non c’è trasparenza.

«Io stesso ho chiesto più volte di sapere a che prezzo sono stati acquistati, ma non ho mai ricevuto risposta. Com’è possibile che l’Unione Europea permetta a queste aziende farmaceutiche di realizzare profitti così grandi vendendo un prodotto che è stato realizzato grazie a una ricerca in gran parte finanziata con soldi pubblici?

Perché non ha trattenuto almeno una parte dei diritti sui brevetti? Mi chiedo come sia possibile consentire a Pfizer di aumentare costantemente i prezzi, secondo alcune fonti cresceranno addirittura del 400%, è incredibile!».

Il prezzo dei vaccini è già aumentato?

«So che Pfizer ha già alzato il prezzo del 25% rispetto a quello della prima introduzione del vaccino sul mercato. Purtroppo non abbiamo i contratti quindi non sappiamo con certezza cosa sia stato concordato, ma in generale ci si aspetta che con il passare del tempo i prezzi diminuiscano, perché la maggior parte della ricerca è già stata fatta.

Soprattutto dato che non c’è più pressione sulla creazione di catene di approvvigionamento dei componenti del vaccino».

Secondo lei Pfizer sta aumentando i prezzi dei vaccini, anche se non ce ne sarebbe motivo?

«È esattamente così. E poi c’è tutta la questione della domanda, che ormai sta praticamente crollando. Sempre più persone guariscono dal Covid, sempre più persone quindi sviluppano una immunità naturale e perciò tendono a non vaccinarsi.

Poi queste nuove varianti del virus sono molto meno pericolose, un motivo in più che fa abbassare la domanda di vaccini. Però il prezzo segue un andamento opposto, aumenta invece di diminuire, e questo è un comportamento molto insolito».

Soprattutto ora che Pfizer ha ammesso pubblicamente che la vaccinazione non blocca la diffusione del virus.

«Alla mia domanda in Parlamento europeo, la responsabile commerciale di Pfizer, Janine Small, ha dovuto rispondere senza troppi giri di parole. Le ho chiesto chiaramente se il vaccino fosse stato testato prima di essere commercializzato, per prevenire la trasmissione del virus e la risposta è stata un secco “no”.

Per essere chiari, comunque, non sto dicendo che la Pfizer aveva affermato di averlo testato per fermare la trasmissione, perché in effetti nel foglio illustrativo c’è scritto che non blocca il contagio. Il problema è l’uso distorto che ne è stato fatto da parte dei governi».

In effetti in tutto il mondo è stata raccontata una storia diversa…

«In qualsiasi nazione è stata detta sempre la stessa cosa, peccato che fosse una enorme bugia. Sono stati presi provvedimenti e varate leggi basandosi sul principio che la vaccinazione era un gesto altruistico, che lo si faceva per proteggere gli altri, soprattutto gli anziani.

Ma non c’era nessuna prova che fosse vero. E se non c’era nessuna prova, perché i governi hanno agito così?».

In Italia il green pass è stato introdotto proprio come misura di prevenzione del contagio.

«Gli italiani sono stati i più penalizzati a causa di questa bugia, secondo me. Sono state introdotte limitazioni per determinate professioni o per fasce d’età, basate su un principio sbagliato.

Quindi far passare un’idea che non corrispondeva al vero, che era priva di qualsiasi fondamento: questa è stata la violazione dei diritti fondamentali più dannosa di questo decennio, che avrà strascichi anche negli anni a seguire».

Intende a livello psicologico?

«Non solo, anche a livello economico. Le persone private del lavoro si sono impoverite, stiamo ancora scontando i danni delle chiusure e dei lockdown. Ci sono state decine di migliaia di persone espulse dalla società, che non potevano andare a lavorare, prendere un treno, persino bere un caffè al bar.

Tutti questi individui sono stati trattati in modo vergognoso, diffamati sulla base di qualcosa di cui non c’erano prove. Vorrei essere chiaro su questo punto: è stato un vero e proprio abuso di potere da parte di molti governi».

In Italia qualche restrizione rimane ancora, come l’obbligo del vaccino per andare a trovare i parenti nelle residenze per anziani.

«Spero che quello che abbiamo vissuto ci serva da lezione, affinché non accada mai più. E i responsabili di questa distruzione della dignità umana dovrebbero risponderne. In Italia in effetti ci sono ancora diverse cose da cambiare, ma secondo me un segnale di svolta c’è stato.

Il popolo non ha riconfermato il governo che ha imposto le restrizioni e spero vivamente che quello attuale, con il presidente Meloni, possa ribaltare tutte le decisioni discriminatorie».

Tutto regolare? La Corte dei conti Ue rivela che von der Leyen, con trattative segrete, ha speso 71 mld per 4,6 mld di vaccini

«Proteggere il bilancio Ue dalle irregolarità sistemiche». Dopo i vetusti paletti di Maastricht sui deficit e i debiti nazionali, sospesi per la pandemia e tuttora sotto esame di riparazione, ecco un nuovo dogma che la Commissione Ue, guidata da Ursula Von der Leyen, ha deciso di porre, d’ora in poi, a fondamento delle proprie decisioni.

Il primo a farne le spese potrebbe essere il governo di Viktor Orbàn, accusato da Bruxelles di «mettere in pericolo il bilancio Ue» con le irregolarità sistemiche negli appalti, con insufficienti indagini sui conflitti di interesse e con interventi deboli contro la corruzione in Ungheria.

Per questo la Commissione ha proposto di sospendere 7,5 miliardi di finanziamenti al governo di Budapest, pari al 65% dei fondi di coesione previsti nel periodo 2021-2027.

La decisione finale spetta al Consiglio Ue dei capi di Stato e di governo, che si pronuncerà tra uno o due mesi. Un verdetto che pare già scritto, dopo che il parlamento europeo, con voto a larga maggioranza (contrari Lega e FdI), ha definito l’Ungheria «un regime ibrido di autocrazia elettorale», colpevole di violazioni dello stato di diritto.

ursula von der leyen indagata procura ue

In questo scenario, al quale giornaloni, tg e talk show hanno dedicato ampio rilievo per l’evidente riflesso sulla campagna elettorale (Matteo Salvini e Giorgia Meloni sono da sempre buoni amici di Orbàn), ben poco spazio è stato dato a due documenti bomba, di certo molto scomodi per gli autoproclamati «protettori del bilancio Ue» che siedono a Bruxelles accanto a Von der Leyen:

il primo è la Relazione speciale della Corte dei conti Ue sull’approvvigionamento dei vaccini anti-Covid 19 nell’Ue;

il secondo è un’inchiesta condotta negli Usa e in Europa dai giornalisti di Politico e del quotidiano tedesco Welt, intitolata «Come Bill Gates e i suoi partner hanno usato la loro influenza per controllare la risposta globale al Covid, con pochi controlli».

Il succo della Relazione speciale della Corte dei conti Ue (54 pagine), datata 12 settembre, è questo:

tra il 2020 e la fine del 2021, l’Ue ha comprato in totale 4,6 miliardi di dosi di vaccini, con contratti di «acquisto anticipato» e un esborso di 71 miliardi di euro. Di fatto, la spesa più onerosa per il bilancio Ue di tutti i tempi. Un impegno che, secondo la Corte dei conti, non ha però rispettato le procedure corrette in uso per i contratti.

Qualche numero: nei 27 paesi Ue gli abitanti sono 447,7 milioni, per ciascuno dei quali l’Ue ha acquistato ben 10 dosi di vaccino. La parte del leone nelle forniture l’ha fatta il colosso Pfizer-Biontech, con 2,4 miliardi di dosi consegnate in tre fasi: novembre 2020 (300 milioni di dosi), febbraio 2021 (300 milioni), maggio 2021 (1,8 miliardi di dosi, il doppio di quelle prenotate).

Un acquisto esorbitante?

Scrive la Corte dei conti: «Entro la fine del 2021 quasi 952 milioni di dosi erano state consegnate agli Stati membri dell’Ue (la maggior parte da Pfizer-Biontech). Ne sono stati somministrati più di 739 milioni, tanto che l’80% della popolazione adulta dell’Ue aveva ricevuto un ciclo vaccinale completo».

Il dubbio conseguente è che siano stati acquisti circa 1,4 miliardi di vaccini di troppo, costati in media 15 euro l’uno. Lecito dunque chiedersi se sia così che a Bruxelles «proteggono il bilancio Ue».

Tanto più che la Corte dei conti precisa:«Non abbiamo ricevuto informazioni sulle trattative preliminari del più grande contratto nell’Ue». Più avanti: «A metà marzo 2021, il Comitato direttivo ha deciso di organizzare un incontro con i consulenti scientifici dell’Ue e degli Stati membri, dedicato agli aspetti scientifici della strategia sui vaccini per il 2022. Un tale incontro non si sarebbe mai svolto.

Nel marzo 2021 la presidente della Commissione ha condotto le trattative preliminari per un contratto Pfizer-Biontech, l’unico contratto per il quale la squadra negoziale congiunta non ha partecipato a questa fase dei negoziati».

Ovvero: von der Leyen ha fatto tutto da sola, trattando in segreto con Albert Bourla, ceo di Pfizer, che ha incassato 35 miliardi dei 71 spesi dall’Ue.

La trattativa segreta di von der Leyen con Bourla sui vaccini era nota da tempo: in gennaio 2022 il difensore civico dell’Ue, Emily O’Reilly, aveva chiesto l’accesso ai messaggi privati (sms o whatsapp) tra Ursula e Bourla, ma senza ricevere alcuna risposta. Per questo, il mese dopo, O’ Reilly bollò la trattativa segreta come esempio di «cattiva amministrazione».

Accusa a cui la commissaria Ue alla trasparenza Vera Jurovà ha risposto il 30 giugno per conto della presidenza, dicendo che gli sms tra Von der Leyen e Bourla «non erano stati trovati».

Qualcosa di simile era già accaduto a von der Leyen quando era ministro della Difesa in Germania e fu accusata di avere elargito consulenze immotivate: la memoria del suo cellulare risultò cancellata, e tutto fu messo a tacere.

La faccenda, però, non sembra affatto chiusa. Dopo la relazione della Corte dei conti Ue, l’inchiesta di Politico e Welt sui condizionamenti operati dalla Fondazione Bill & Melinda Gates e da altre tre organizzazioni filantropiche nei confronti delle autorità di governo Usa e Ue per l’acquisto dei vaccini mette a nudo metodi e pagamenti dalle conseguenze imprevedibili.

Basta citare due passaggi: «Bill Gates e i leader delle altre tre organizzazioni hanno avuto un accesso senza precedenti ai più alti livelli di governo, spendendo 8,3 milioni di dollari per fare pressione sui legislatori e funzionari di Usa ed Europa».

«Funzionari degli Usa, dell’Ue e dell’Oms hanno ruotato attorno a queste organizzazioni come dipendenti, aiutandole a consolidare le loro connessioni politiche e finanziarie a Washington e Bruxelles».

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