“Stigmatizzare i non vaccinati non è giustificato”. Inizia così l’articolo pubblicato dalla rivista scientifica #TheLancet ad opera della penna del professore Günter #Kampf dell’Institute for Hygiene and Environmental Medicine dell’Università di Greifswald.
Nello strisciante clima di divisone sociale, nella pericolosa polarizzazione degli schieramenti, il prof. Kampf getta acqua sul fuoco sulle facili schematizzazioni tra vaccinati e non vaccinati.
FONTE UFFICIALE: COVID-19: stigmatising the unvaccinated is not justified – The Lancet
La definizione “pandemia dei non vaccinati” nata prima in Germania e negli Stati Uniti, affermatasi poi nei media anche in Italia, non è giustificata secondo “The Lancet” da nessun dato scientifico poiché i vaccinati continuano ad avere un ruolo cruciale nella trasmissione del virus. Il messaggio di pacificazione del prof. Kampf si basa su una fitta serie di dati sulla base dei quali viene evidenziata la fallacia della demonizzazione dei non vaccinati nella trasmissione del contagio.
Nel #Massachusetts ben il 74% dei contagi ha colpito persone vaccinate evidenziando un’alta carica virale. Dati simili sono stati riscontrati anche in Germania a Münster, dove ulteriori analisi hanno individuato significativi cluster anche tra la popolazione sottoposta alla doppia dose di vaccino. In Germania ben il 55% dei sintomatici di Covid-19 in pazienti con età pari o superiore a 60 anni riguarda individui completamente vaccinati.
La pubblicazione “The Lancet” incrina, numeri alla mano, ogni narrazione divisiva di stampo moralistico tra vaccinati e non vaccinati. La presunta supremazia morale-scientifico ideologicamente affermata dai presunti tedofori della verità cade di fronte alla complessità del reale quadro pandemico.
Di seguito l’articolo originale e quello tradotto dalla lingua inglese in italiano dal sito ufficiale di The Lancet: (Continua dopo la foto)
“COVID-19: stigmatizzare i non vaccinati non è giustificato
Negli Stati Uniti e in Germania, funzionari di alto livello hanno usato il termine pandemia dei non vaccinati, suggerendo che le persone che sono state vaccinate non sono rilevanti nell’epidemiologia di COVID-19. L’uso di questa frase da parte dei funzionari potrebbe aver incoraggiato uno scienziato a sostenere che “i non vaccinati minacciano i vaccinati per COVID-19”.1 Ma questa visione è troppo semplice.
Vi è una crescente evidenza che gli individui vaccinati continuano ad avere un ruolo rilevante nella trasmissione. In Massachusetts, negli Stati Uniti, un totale di 469 nuovi casi di COVID-19 sono stati rilevati durante vari eventi nel luglio 2021 e 346 (74%) di questi casi erano in persone che erano completamente o parzialmente vaccinate, 274 (79%) delle quali erano sintomatiche. I valori soglia del ciclo erano altrettanto bassi tra le persone che erano completamente vaccinate (mediana 22·8) e le persone che non erano vaccinate, non completamente vaccinate, o il cui stato di vaccinazione era sconosciuto (mediana 21·5), indicando un’alta carica virale anche tra le persone che erano completamente vaccinate.2 Negli Stati Uniti, un totale di 10 262 casi di COVID-19 sono stati segnalati in persone vaccinate entro il 30 aprile 2021, di cui 2725 (26,6%) erano asintomatici, 995 (9,7%) sono stati ricoverati in ospedale e 160 (1,6%) sono morti.3 In Germania, il 55,4% dei casi sintomatici di COVID-19 in pazienti di età pari o superiore a 60 anni erano in individui completamente vaccinati,4 e questa proporzione aumenta ogni settimana. A Münster, in Germania, nuovi casi di COVID-19 si sono verificati in almeno 85 (22%) delle 380 persone che erano completamente vaccinate o che erano guarite da COVID-19 e che frequentavano una discoteca.5 Le persone vaccinate hanno un minor rischio di malattie gravi, ma sono ancora una parte rilevante della pandemia. È quindi sbagliato e pericoloso parlare di pandemia dei non vaccinati. Storicamente, sia gli Stati Uniti che la Germania hanno generato esperienze negative stigmatizzando parti della popolazione per il colore della pelle o la religione. Invito i funzionari e gli scienziati di alto livello a porre fine alla stigmatizzazione inappropriata delle persone non vaccinate, che includono i nostri pazienti, colleghi e altri concittadini, e a compiere sforzi supplementari per riunire la società.” (Continua dopo la foto)
Per finire, in Italia questa mattina è uscita la prima sentenza di riassunzione di un sanitario sprovvisto di Green pass
Adele Passerini dell’Asl Roma H 6 è stata su ordine del Giudice del Lavoro del Tribunale di Velletri, dott. Giulio Cruciani, ricollocata presso la Centrale Sats di Marino.
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