Dai medici Bassetti e Galli ai politici Sileri e Bonaccini, ogni giorno i predicatori del virus si rinnegano. E fanno a pezzi la narrazione degli ultimi due anni su vaccini, card e conteggio dei morti. Ma le bugie non si cancellano!
Come l’imperatore Enrico IV, che chiese il perdono a papa Gregorio VII nel castello matildico dell’Appennino reggiano. Tutti a Canossa, allora: virologi, politici e giornalisti. A due anni dall’inizio della pandemia, è scoccata l’ora dello strisciante revisionismo.
Fino a poco tempo fa dicevano:
I vaccini che perdono efficacia? Infamità: sono meglio della criptonite.
Il green pass inutile? Sciacallaggio: grandiosa misura sanitaria.
I protocolli inadeguati? Inaccettabile: non siete mica virologi.
Il numero dei morti che non torna? Questa, poi: peggio delle scie chimiche.
Venerati luminari e sapienti colleghi, dopo estemporanee camere di consiglio, hanno sentenziato: stregoni, avvoltoi, irresponsabili. Pentitevi, prima che sia troppo tardi. Invece, lemme lemme, aumma aumma, è capitato l’i mponderabile.
L’esatto contrario.
Matteo Bassetti, per esempio: primario di malattie infettive al San Martino di Genova. Per la carta verde ha avuto una passione seconda soltanto a quella del suo Genoa: «Estenderei la durata almeno a 12 mesi», dice speranzoso lo scorso 26 luglio. Qualche mese più tardi, a novembre 2021, gli tocca commentare le manifestazioni dei contrari: «Vietiamole, chi non ha capito l’utilità del pass ha una certa limitatezza di comprendonio». Buzzurri.
Primati. Trogloditi. «Il problema di queste persone è che sono sempre contro qualcosa, il pass è uno strumento per non
chiudere più». Poi, a sorpresa, arriva l’evoluzione della specie.
Qualche giorno fa, Bassetti illumina: «È il momento di rivedere la strategia e l’impianto del green pass. È servito per far vaccinare le persone, ma
così diventa uno strumento di odio sociale». Come il suo? Da rivedere anche il conteggio delle vittime, altro argomento da terrapiattisti: «Se il paziente entra in ospedale per tutt’altro, ma è positivo e muore, viene automaticamente registrato sul modulo come decesso Covid. Sono numeri assolutamente falsati».
Urca. E adesso chi lo dice ai corifei che dileggiavano i supposti cospirazionisti? Ci prova, bontà sua, il Corriere della Sera , guardiano dell’ortodossia. (Continua a leggere dopo la foto)
Due giorni fa, l’inesorabile Dataroom di Milena Gabanelli titola: «Covid, il numero dei morti è gonfiato?». Premessa: «Il dubbio nasce per come vengono conteggiati i decessi». Guarda un po’: e chi c’aveva mai pensato? L’articolo prosegue svelando l’inosabile: «Se una persona affetta da patologia oncologica, cardiovascolare, renale, epatica, oppure ha il diabete, e cessa di vivere mentre è positiva, rientra nella contabilità dei morti
Covid». Rovello finale: «In definitiva, si può dire che c’è una sovrastima?». Quesito da ultranegazionisti incalliti, cospirazionisti planetari, portatori di chip sottopelle. E perfino in tv cominciano a porsi domande da subumani. Prima chi osava dissentire veniva trattato peggio di Hannibal Lecter, adesso viene ascoltato con sporadici cenni di assenso.
Perfino l’arcigno Corrado Formigli , patron di Piazzapulita , ha smesso i panni di indignato speciale. Resta indignatissimo invece Massimo Galli, già direttore di Malattie infettive al Sacco di Milano. Ma anche lui, quest’estate, subisce il fascino del complottone. La terza dose è «un’imposizione burocratica». Peggio, un intrigo planetario. «Mi pare ne parli molto solo la casa farmaceutica che produce il vaccino, sulla base di un numero molto limitato di dati scientifici». Alla Pfizer, insomma, starebbero più a cuore gli affari che la salute. Nemmeno «i meschini pennivendoli della Verità », che poi oseranno rivelare il contagio natalizio del professore curato con i monoclonali, sono mai arrivati a tanto. Limitandosi a segnalare gli affari d’oro di Big Pharma.
Anche il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri, s’è redento. «Sento dire che i vaccinati si prendono il virus e lo trasmettono. È una falsità, una bugia», ringhia lo scorso settembre. Tre mesi dopo, ospite di Dritto e Rovescio, si ravvede: «Non do le colpe a chi non si è vaccinato. Anche perché, per fare le attività, ovviamente faceva il tampone».
Ma non era, pure questa, un’invereconda menzogna? «Uno dei concetti sbagliati che è passato, è che chi è vaccinato contagia zero. Questo non è vero», chiarisce Sileri. «Chi è vaccinato e non usa la mascherina e non tiene la distanza ovviamente può far danni». Vabbè. L’ondivago Macron del Collatino adesso, come il presidente francese, annuncia di voler comunque «rendere la vita difficile» agli impenitenti. Intento che Silvio Brusaferro, a capo dell’Istituto superiore di sanità, estende a tutta la cittadinanza: «I colori servono: si intensificano in base alla saturazione degli ospedali. Sono un’allerta per un territorio» dice qualche giorno fa. Giallo, arancione o rosso?
La vita è un semaforo. E chi critica le sfumature cromatiche uno sconsiderato. Ieri, a Mattino Cinque News, l’altro sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, però informa: «Si andrà verso il superamento del sistema a colori. Confido che nella prossima settimana ci possa essere un provvedimento. Andrà a snellire e semplificare le regole». È quello che ora chiedono, come un sol uomo, tutti i governatori. Si sono sgolati davanti a green pass e obblighi vaccinali. Hip hip hurrà.
Ora si lagnano di essere intrappolati nella Viruscrazia che loro stessi hanno edificato. Massimiliano Fedriga, presidente di Friuli Venezia Giulia e conferenza delle Regioni, implora: «Torniamo alla normalità». Eppure il suo predecessore, Stefano Bonaccini, alla guida dell’Emilia Romagna, tre mesi fa assaltava: «Non si metta in discussione il green pass!». Adesso, avverte solenne: «Dobbiamo evitare che la pandemia sanitaria si trasformi in pandemia burocratica».
A Canossa. Pure lui, umile aspirante segretario del Pd, come l’imperatore Enrico IV.
Bocciato il Green Pass. Il rapporto del Consiglio d’Europa che mette nei guai Draghi e Speranza
Proprio mentre il governo Draghi insiste sulla strada dell’obbligo vaccinale, costringendo la popolazione over 50 alla somministrazione e ricattando tramite Green pass anche i cittadini in età inferiore a sottoporsi all’inoculazione dei farmaci anti-Covid, in tutta Europa si registra la marcia indietro dei politici. Il Regno Unito, ad esempio, ha annunciato un passo indietro sul certificato virtuale (tra l’altro meno stringente rispetto al nostro) mentre in Israele, per citarne un altro, valuta la possibilità di non rinnovare le misure restrittive a partire dal 1 febbraio. Un ulteriore conferma positiva per tutti gli italiani che come noi rinnegano sia l’efficacia che la legittimità del Green Pass, arriva da Strasburgo grazie a quanto stabilito dal Consiglio d’Europa durante l’assemblea parlamentare. (Continua dopo la foto)
Come riporta l’Ansa, infatti, l’Assemblea parlamentare del “Consiglio d’Europa ha bocciato la proposizione di indicare ai governi di considerare l’uso di pass e certificati vaccinali per accedere ai servizi non essenziali”. La maggior parte dei parlamentari ha votato per un emendamento in cui si specifica chiaramente che “i certificati di vaccinazione devono essere usati solo per monitorare l’efficacia dei vaccini e i loro potenziali effetti negativi”. L’emiciclo di Strasburgo si è quindi espresso indirettamente in maniera del tutto contraria rispetto alle folli misure adottate dal governo dei “migliori” che con fare arrogante e vigliaccamente le ha inasprite per rendere la vita difficile, se non impossibile, a chi ha deciso di non vaccinarsi (ribadiamo decisione consentita legittimamente per legge). Quanto stabilito dal Consiglio d’Europa entra totalmente in contrasto con la linea adottata da Draghi e il suo ministro (della) Speranza che con le ultime restrizioni invece vietano a chi non è fornito di Green Pass l’accesso a qualsiasi luogo a eccezione di quelli per gli acquisti per il minimo e indispensabile: farmaci e generi alimentari. (Continua dopo la foto)
Tra le misure approvate, il Consiglio d’Europa indica che le autorità governative devono “prendere in considerazione l’introduzione dell’obbligo di indossare mascherine tipo le FFP2 sui mezzi pubblici, in luoghi affollati e nelle scuole” al fine di far diminuire il tasso di infezioni da Covid, e chiede inoltre ai governi di “designare come priorità la ricerca di cure per chi soffre a lungo termine degli effetti negativi del Covid, e di predisporre con urgenza le risorse necessarie a farlo”. (Continua dopo la foto)
L’assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa inoltre ha chiesto ai parlamenti dei suoi Stati membri di dibattere sull’introduzione dell’ obbligo vaccinale per l’intera popolazione, escludendo coloro che per motivi di salute non possono vaccinarsi e anche i minori fino a quando non sia garantita la piena sicurezza e efficacia dei vaccini a loro destinati. La richiesta era contenuta nel rapporto sul Covid approvato in queste ore a larghissima maggioranza, con 86 voti a favore, 13 contrari e 10 schede bianche. In sostanza viene assolutamente ribadita l’indicazione di NON utilizzare in alcun modo il Green pass per discriminare i cittadini introducendo per questa via degli obblighi mascherati, invitando invece i Parlamenti ad affrontare apertamente il tema dell’obbligo vaccinale. Il rapporto in conclusione NON DA ALCUNA INDICAZIONE A FAVORE DELL’OBBLIGO VACCINALE e rimette ai singoli Stati il compito di decidere su di una eventuale introduzione invitando a dibattere apertamente della questione senza aggirare il problema attraverso un uso distorto della Green pass.