Nella giornata del 14 Ottobre 2021 si è riunita la segreteria generale della USPL. I segretari nazionali dei settori pubblici e privati della USPL (Taca Gabriella, Scarantino Maria e Albicocco Alessia) coadiuvati dal segretario generale Giadone Giuseppe Adriano hanno deciso all’unanimità ed in maniera irrevocabile lo sciopero generale ad oltranza in difesa dell’ordine costituzionale, e di protesta per gravi eventi lesivi dell’incolumità e della sicurezza dei lavoratori.
Lo sciopero di ordine politico, così come comunicato al Governo della nazione, è irrevocabile ed interesserà dal 15 ottobre prossimo fino al 20 ottobre prossimo tutti i settori lavorativi in cui vi è l’obbligo vaccinale e l’obbligo di presentazione del certificato verde.
Gravi le accuse della FISI nei confronti del Governo della Nazione che impedisce al personale dipendente non vaccinato di poter lavorare (sospensione dal lavoro) e lo discrimina nei confronti di coloro che si sono vaccinati. Con la sospensione dal lavoro e da ogni retribuzione si impedisce al personale dipendente non vaccinato il diritto ad una retribuzione sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa. Molti i casi di personale, inoltre, sospeso per aver liberamente espresso nel corso di eventi riguardanti la gestione dell’emergenza pandemica il proprio pensiero. Si cita, solo come esempio, il recente episodio del Vice – Questore romano intervenuto nella manifestazione del 25 settembre 2021 in Roma. La violazione di diritti e la discriminazione nei confronti dei non vaccinati da parte del Governo Italiano si perpetra attraverso un obbligo surrettizio alla vaccinazione che contempla l’esclusione dal lavoro e la perdita della retribuzione. Identica discriminazione si verifica con il cosiddetto green pass: è previsto l’accesso (ad esempio nel settore scolastico) al posto di lavoro attraverso la procedura di test negativo (misura per la tutela della sicurezza e salute sui luoghi di lavoro. D.L. 21 settembre 2021) ed il rilascio del relativo green pass per la durata di 48-72 ore, con oneri a carico del dipendente, in contrasto con la normativa sul lavoro che prevede l’assunzione dei costi sulla sicurezza a carico del datore di lavoro (art 15, comma 2, D.lgs. 81/2008).
Nel caso di Certificato verde ottenuto a causa di avvenuta vaccinazione (con validità fino a 12 mesi) non è previsto l’utilizzo del test, pur essendo ormai ben noto che il personale vaccinato può comunque infettarsi, trasmettere il virus e ammalarsi, con grave esposizione al rischio per il personale, sia vaccinato che non vaccinato e con chiara discriminazione nei confronti di quest’ultimi. Molti operatori sanitari o di interesse sanitario – ma anche chi non appartenendo a queste categorie non sarebbe obbligato per legge alla pratica vaccinale – sono stati sospesi dal lavoro e dalla retribuzione per non aver accettato di sottoporsi ad essa subendo di fatti un ricatto. A molti operatori che si sono sottoposti alla pratica vaccinale, inoltre, il cosiddetto “consenso informato” è stato estorto in realtà con la minaccia di sospensioni dal servizio e dalla retribuzione, il che è certo segno di mancanza di salute democratica. Intense sono le pressioni del Governo sui media e la censura avverso il dissenso. La libertà di stampa e di confronto è del tutto impossibile, ogni comunicato effettuato da scienziati o esperti non allineati, viene sistematicamente ignorato ed è negato ogni confronto. Prova ne è che dette associazioni nazionali sono costrette a rivolgersi ai media minoritari “alternativi” a riprova di un controllo dell’informazione non più sopportabile in una democrazia.
L’epicentro sarà Trieste, dove lo sciopero anti Green Pass è stato annunciato da giorni sotto forma di ricatto perché per loro, l’unica mediazione è l’abolizione del Green Pass. Tirano dritto anche di fronte all’ultimo alt, quello del Prefetto della città friulana Valerio Valenti, il quale, attraverso una nota, ha affermato che, “con riferimento agli scioperi generali in oggetto – Rispetto ai quali la Commissione ha espresso una valutazione di illegittimità, si ritiene opportuno segnalare che le annunciate modalità di attuazione per la loro unicità destano particolare preoccupazione per il possibile verificarsi , alla luce del delicato contesto sociale , di gravi comportamenti illeciti. Lo sciopero non è autorizzato, chi partecipa commette un reato». Ad un certo punto poi i portuali hanno provato a chiedere il rinvio dell’introduzione del Green Pass di un mese, ma niente da fare.
“I portuali di Trieste chiedono di posticipare l’avvio del Green Pass obbligatorio? Io penso che posticipare significhi solo rallentare una battaglia da vincere il prima possibile per mettere fine ad una stagione drammatica che hanno pagato e pagheranno soprattutto i più fragili” ha detto il Ministro del Lavoro Andrea Orlando, mettendo subito in chiaro come il Governo non voglia scendere a patti.
L’altro fronte caldo è il porto di Genova. Sono due i principali fronti di tensione che si preannunciano domani mattina a Genova, dove il 20%dei lavoratori non è vaccinato, nonostante molti terminalisti si siano resi disponibili a pagare i tamponi e l’Autorità portuale abbia offerto alcune aree. Sono porto e Prefettura. L’appuntamento per domani mattina è alle 8.30 sotto la sede della Prefettura, assieme alla Cub. “Domani inizia lo sciopero generale contro il green pass- scrivono sui social- tutti i lavoratori da domani potranno scioperare avendo copertura sindacale. Non è necessario essere iscritti ad un sindacato. Chiediamo a tutti di astenersi dal lavoro, partecipando allo sciopero, chiudendo il proprio negozio e via dicendo. Assentatevi dal lavoro, venite a manifestare e prestate massima attenzione a provocatori e infiltrati”. Non è escluso che altri focolai di protesta emergano nel corso della mattina, a partire dai lavori pubblici: l’Ugl, ad esempio, ha convocato un presidio sotto la sede Amt in via Bobbio alle 10.30.
Si annunciano problemi anche a Venezia dove, a causa dello sciopero generale di tutti i settori pubblici e privati proclamato ad oltranza dall’associazione sindacale Fisi, l’Università Ca’ Foscari di Venezia annuncia che dalla mezzanotte di domani, 15 ottobre, fino alla mezzanotte del 20 ottobre saranno garantiti solo i servizi essenziali, e quindi esami conclusivi dei cicli di istruzione.
Escluse dunque Venezia e Genova, non si preannunciano altri problemi nei porti perché a Livorno, Gioia Tauro e Palermo le rispettive autorità portuali hanno comunicato che non prevedono disagi. L’alta percentuale di lavoratori vaccinati anche a Venezia, Napoli e Civitavecchia sembra scongiurare problemi.
A Piacenza però ci sono i Cobas pronti a scendere in strada. “Minacciare denunce, fogli di via e altre misure risulta essere solo un atto di prostrazione ad Amazon, in spregio alle sacrosante rivendicazioni operaie”. Lo dice il sindacato Si cobas di Piacenza con riferimento ad alcuni comunicati della Questura emessi dopo lo sciopero di lunedì, quando mille lavoratori aderenti hanno bloccato il magazzino della multinazionale di Castel San Giovanni. Per Si Cobas, scopo della Questura è “la tutela del regime-Amazon tramite intimidazione dei lavoratori che alzano la testa contro condizioni di lavoro intollerabili”. Infatti “si ignora del tutto la piattaforma rivendicativa inviata, che condanna Amazon per la non applicazione del contratto di lavoro adeguato alle attività di magazzino e il problema del precariato cronico che esiste ormai da quando è in attività”. Ma il sindacato, sottolinea Si Cobas, “non può lasciarsi intimidire da queste minacce, e proprio per questo ha ribadito oggi la richiesta di incontro ad Amazon per porre fine alla condizione di precarietà di 1.500 operai, relegati nella più totale precarietà con il silenzio complice di istituzioni e governo”. Inoltre “sarà indetta una assemblea nazionale per affrontare il tema di questo utilizzo scriteriato della repressione contro i lavoratori”.
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